Demo Day di LVenture Group

Si occupano di IA, blockchain, NFT nel Web e nella Salute le startup che hanno preso parte al 20esimo batch di accelerazione di Luiss Enlabs

“L’anno scorso, il venture capital ha raggiunto alte vette in Europa, con più di 100 miliardi di euro di investimenti, e il trend nel 2022 sembra crescere anche se, in questo momento, gli investimenti sono rallentati specialmente nel settore startup – con queste parole il CEO di LVenture Group, Luigi Capello ha aperto il Demoday di LVenture Group durante il quale sono state presentate le startup accelerate da Luiss Enlabs – In Italia, sta crescendo l’opportunità di investire in startup e credo che stiamo assistendo a una nuova era disruptive con l’apertura al mondo della blockchain, degli NFT e del metaverso, oltre alle idee innovative nei settori del Green e del Climate Change. Con ENI e Cassa Depositi e Prestiti abbiamo deciso di investire in 10 startup che si occupano di decarbonizzazione e climate change. Anche il settore del Food e dell’Agricoltura sono da tenere d’occhio. Da un lato, vantiamo incredibili tecnologie ma, poi, sono gli imprenditori stessi a costruire il futuro“.

L’evento è stata l’occasione per presentare sette startup che hanno partecipato al ventesimo batch del programma di accelerazione LUISS EnLabs, l’acceleratore di startup della società nato da una joint venture con l’Università Luiss e supportato dai partner AccentureIntesa Sanpaolo assieme a Intesa Sanpaolo Innovation CenterMeta e Sara Assicurazioni.

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Digital Magics, Gay: “È il tempo del partenariato pubblico-privato per fronteggiare la situazione geopolitica”

Marco Gay,  Presidente Esecutivo di Digital Magics a Il Giornale d’Italia in occasione del 51° Convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria a Rapallo:

“È stata una mattinata importante, abbiamo messo al centro l’Europa e la volontà di essere protagonisti della visione europea. È il tempo del partenariato pubblico e privato, perché le sfide sono tante: il PNRR, la programmazione 2021-2027 e un momento di grande incertezza. Per far fronte alle necessità che stanno emergendo bisogna lavorare insieme.

La politica per le aziende può scaricare a terra quelli che sono i principi contenuti nel PNRR e continuare a lavorare insieme per fronteggiare uniti la situazione geopolitica dell’aggressione della Russia, da qui passa il senso europeo e l’essere protagonisti e fondatori dell’Europa”.

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Enry’s Island riceve 20 milioni di euro da LDA Capital

Il nuovo finanziamento servirà per accelerare il processo di internazionalizzazione dell’incubatore e acceleratore

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Premiata la Vincitrice della Challenge Evo

È Laura Pastore, classe 1997, laureanda in Ingegneria Energetica presso l’Università della Calabria, la vincitrice della challenge di Open Innovation proposta da Baker Hughes – azienda globale di tecnologia a servizio dell’energia – e realizzata tramite la piattaforma OIMAN.

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Alberto Dalmasso di Satispay solleva preoccupazioni sulle pratiche di investimento dei venture capital italiani

Chi è Alberto Dalmasso e Satispay

Alberto Dalmasso è il co-fondatore e CEO di Satispay, una società fintech italiana che offre un sistema di pagamento mobile. Dalmasso ha conseguito una laurea in Ingegneria Elettronica presso il Politecnico di Torino e un Master in International Management presso l’ESCP Europe. Prima di fondare Satispay, ha lavorato per diverse aziende internazionali, tra cui Nokia e Accenture.

Satispay è stata fondata nel 2013 a Milano, Italia, e offre un sistema di pagamento mobile che consente agli utenti di effettuare transazioni tra loro in modo semplice e sicuro, senza dover utilizzare contanti o carte di credito. La società ha ottenuto un grande successo in Italia, grazie alla facilità d’uso e alla sicurezza del suo sistema di pagamento, e sta espandendo la propria attività in altri paesi europei.

Satispay ha ricevuto investimenti da importanti venture capital italiani ed europei, divenendo nel 2023 una dei pochi Unicorni Italiani

Le dichiarazioni

Alberto Dalmasso, riguardo alle sfide che le startup italiane devono affrontare quando cercano di raccogliere capitali dai venture capital. Dalmasso ha sollevato alcune preoccupazioni sulle pratiche di investimento dei venture capital italiani e sulla loro capacità di supportare le startup locali.

Secondo Dalmasso, i venture capital italiani sono spesso poco professionali e pongono condizioni troppo dure sui founder, il che può portare al fallimento delle aziende in cui investono.

“È anche un po’ pericoloso confrontarsi con i venture capital quando nel tuo paese (Italia n.d.r.) sono all’inizio, perché è una prassi che tutti i venture capital di un mercato non maturo siano tendenzialmente un po’ non professionali, spaventati e pongano condizioni troppo dure sui founder, facendo spesso fallire le aziende in cui investono”, ha affermato Dalmasso.

Inoltre, Dalmasso ha sollevato la questione dei diritti di protezione che i venture capital possono richiedere come parte del loro investimento, e che possono limitare la capacità delle startup di raccogliere capitali successivi.

“Oppure, siccome già hanno ottenuto diritti di protezione, quei diritti di essere liquidati anche con più del capitale investito con i primissimi investimenti succede che ogni volta che premi capitale prendono diritti crescenti e non c’è più spazio per nessun diritto quando devi poi andare a prendere 100, 200 o 300 milioni ulteriori”, ha spiegato Dalmasso.

Anche se queste preoccupazioni non sono esclusive per l’Italia, è importante per i venture capital sostenere le startup in modo equo ed equilibrato, creando un ambiente favorevole alla crescita e all’innovazione. Ciò può portare a benefici sia per gli investitori che per le startup stesse, consentendo loro di raggiungere il loro pieno potenziale e di contribuire alla crescita economica del paese.

La tokenizzazione nel contesto italiano: opportunità e sfide

Il mercato del venture capital (VC) in Italia sta attraversando una fase di crescita, con un interesse crescente in settori come tecnologia, biotecnologia, energia rinnovabile, moda e agroalimentare. Nonostante il suo sviluppo rispetto ad altri Paesi europei, la tokenizzazione degli asset, processo che consiste nell’emissione di token digitali su una blockchain per rappresentare una quota di un asset fisico o finanziario, potrebbe apportare ulteriori opportunità e sfide per il settore del VC

Cosa è la tokenizzazione

Tokenizzazione degli asset  è un processo in cui un bene reale, come ad esempio un immobile o una materia prima, viene rappresentato come un “token” digitale su una blockchain. In pratica, questo significa che il bene viene suddiviso in parti più piccole, ciascuna delle quali rappresentata da un token, che possono essere acquistati e venduti dagli investitori come se fossero azioni.

La tokenizzazione degli asset consente agli investitori di possedere una piccola parte di un bene, anche se non possono acquistarlo nella sua interezza. Ciò consente a più persone di partecipare agli investimenti in beni altrimenti inaccessibili a causa del loro elevato costo o della loro natura illiquida.

La tokenizzazione degli asset è stata resa possibile dalla tecnologia blockchain, che consente la creazione e lo scambio di token digitali sicuri e immutabili. Ci sono già diversi esempi di tokenizzazione di beni reali, come immobili, materie prime, opere d’arte, auto di lusso e, perché no, anche partecipazioni societarie.

Opportunità

  1. Accesso a un pool di investitori più ampio: La tokenizzazione può consentire alle startup italiane di attrarre investitori globali, superando le barriere geografiche e aumentando la disponibilità di capitali.
  2. Maggiore liquidità: I token possono essere negoziati più facilmente rispetto alle azioni tradizionali, migliorando la liquidità degli investimenti e facilitando l’ingresso o l’uscita dagli investimenti per gli investitori.
  3. Riduzione dei costi e tempi di transazione: Grazie alla tecnologia blockchain, le transazioni di token possono essere più rapide e meno costose rispetto alle transazioni tradizionali, riducendo gli oneri amministrativi per le startup e gli investitori.
  4. Democratizzazione degli investimenti: La tokenizzazione può abbattere le barriere all’ingresso per gli investitori, permettendo a un maggior numero di persone di partecipare al finanziamento di startup innovative.

Sfide

  1. Regolamentazione: Il quadro normativo per la tokenizzazione degli asset in Italia è ancora in fase di sviluppo e potrebbe presentare sfide legali e di conformità per le startup e gli investitori.
  2. Adozione della tecnologia: La lentezza nell’adozione della tecnologia blockchain e dei token da parte delle startup e degli investitori potrebbe essere dovuta alla mancanza di familiarità o alla percezione di rischio associato a queste nuove tecnologie.
  3. Valutazione e trasparenza: Stabilire il valore dei token e garantire la trasparenza delle informazioni relative all’asset sottostante potrebbe rappresentare una sfida.
  4. Sicurezza: La sicurezza delle piattaforme blockchain e dei token è cruciale per assicurare la fiducia degli investitori. Le preoccupazioni riguardo alla sicurezza e alla protezione dei dati potrebbero ostacolare l’adozione della tokenizzazione.
  5. Burocrazia e interoperabilità con le Camere di Commercio: Le autorità amministrative, come le Camere di Commercio, devono adottare e interfacciarsi con la tecnologia blockchain per assicurare una piena integrazione della tokenizzazione nel sistema legale e amministrativo.

La tokenizzazione offre opportunità e sfide significative per il settore del venture capital in Italia.

Per sfruttare appieno queste opportunità e superare le sfide, è necessario:

  1. Sviluppare un quadro normativo chiaro: Le autorità italiane devono creare un quadro normativo solido e adattabile per facilitare l’adozione della tokenizzazione e della tecnologia blockchain nel mercato del VC, garantendo al contempo la protezione degli investitori e delle startup.
  2. Promuovere l’educazione e la sensibilizzazione: Le startup, gli investitori e gli enti amministrativi devono essere informati sui vantaggi e le sfide della tokenizzazione e della tecnologia blockchain. Ciò potrebbe contribuire ad aumentare la fiducia e l’adozione di queste tecnologie nel mercato italiano del VC.
  3. Incentivare la collaborazione tra stakeholder: È fondamentale incoraggiare la collaborazione tra startup, investitori, sviluppatori di soluzioni blockchain, enti amministrativi e autorità di regolamentazione. Questo può garantire che le soluzioni proposte siano compatibili con i requisiti legali, amministrativi e di mercato.
  4. Implementare progetti pilota: L’avvio di progetti pilota che coinvolgono la tokenizzazione degli asset nel settore del VC può fornire preziose informazioni sulle potenziali sfide e benefici di questa tecnologia. Questi progetti possono anche contribuire a perfezionare e adattare le soluzioni proposte prima di una diffusione più ampia.
  5. Sostenere la ricerca e l’innovazione: È importante incentivare la ricerca e lo sviluppo nel campo della tokenizzazione e della tecnologia blockchain, in modo da rimanere aggiornati sulle ultime innovazioni e applicazioni pratiche di queste tecnologie nel settore del VC.

In conclusione, il successo della tokenizzazione nel settore del venture capital italiano dipende dalla capacità di affrontare le sfide e sfruttare le opportunità offerte da questa tecnologia emergente. Collaborazione, educazione, regolamentazione adeguata, ricerca e innovazione saranno fondamentali per garantire che la tokenizzazione possa diventare uno strumento efficace per il finanziamento e la crescita delle startup italiane.

Insurtech chiude round da 3 mln

Si tratta di una partenza con il turbo, ma giustificata dal fatto che il fondatore e gli investitori si conoscono bene, essendo già alleati in un’altra iniziativa, quella di Welldone Global Advisory, piattaforma di consulenza per finanza a pmi e startup, guidata da Vincenzo Macaione (fondatore di Wopta), controllata da Cordifin, holding che fa capo alla famiglia Cordioli, imprenditori nel settore dell’alluminio, zinco e rame, e partecipata da Key Capital srl, società di investimento di venture capital fondata da Giorgio Di Stefano . Nel capitale di Wopta, oltre appunto a Macaione (con il 60%) e al top management (5%), a Cordifin e a Key Capital, ci sono business angels e investitori privati organizzati in club deal, e anche CNA-Confederazione Nazionale Artigiani  (con il 6%, attraverso il veicolo Aurica srl), che non appare nel capitale di Welldone, ma che ne ha trainato la crescita facendo affiancare da Welldone le aziende associate nella cessione del credito d’imposta derivante dai bonus fiscali.

La presenza di CNA tra gli investitori peraltro non è un caso, perché i primi prodotti assicurativi con cui Wopta andrà sul mercato sono stati studiati per artigiani, imprenditori e professionisti con l’obiettivo di offrire loro la protezione più adatta al tipo di business di ciascuno. L’idea comunque è coinvolgere altre associazioni di categoria, anche verticali, con prodotti ad hoc o di filiera.

 

Nana Bianca investe nella scuola di coding Epicode

Lo startup studio Nana Bianca scommette su Epicode, la scuola che insegna online il coding ai giovani con l’obiettivo di colmare un gap di competenze digitali attraverso corsi brevi e intensivi che rispondono alle richieste del mercato del lavoro. “Gli obiettivi del progetto Epicode corrispondono alla mission che Nana Bianca si è data: sostenere l’incremento esponenziale dell’uso degli strumenti digitali nella vita di tutti i giorni e incoraggiare una cultura formativa orientata all’innovazione a prova di futuro”, ha affermato Paolo Barberis, co-founder di Nana Bianca.

Cosa fa Epicode

A un anno dalla nascita, Epicode ha chiuso, recentemente, un round A da 10 milioni di euro e, con la nascita di Career Acceleration Platform, ha unito alcune delle realtà più in crescita nel panorama ed-tech europeo. La nuova piattaforma, che opera in Europa, ha preso vita dall’unione di Epicode School (Italia) con Strive School (società fondata tra USA e Berlino, ed incubata da Y Combinator). Focalizzata in Europa, nel 2021 ha formato più di 1000 studenti. “Epicode nasce per accelerare la transizione verso un’economia digitale in modo inclusivo e sostenibile – commenta Ivan Ranza, CEO e Founder di Epicode – Siamo il punto di incontro tra chi vuole trovare lavoro nel mondo tech e le aziende che vogliono davvero innovare. L’obiettivo è diventare leader in Europa ed evolvere da coding bootcamp a Career Acceleration Platform”.

 

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